Abbattere la Torre di Babele digitale

Entro i prossimi 12 mesi dovremo (forse) assistere all’esplosione del 5G. La connettività mobile di nuova generazione dovrebbe (forse) risolvere molti dei problemi che oggi affrontiamo in tema di comunicazione. L’aumento della copertura e delle prestazioni, infatti, dovrebbero (forse) garantire l’accessibilità a servizi che, fino a oggi, sono ancora “appesi” all’alea di una connessione che ogni tanto c’è e ogni tanto non c’è e di una proliferazione di livelli di comunicazione che rischia di trascinarci in un cortocircuito con caratteristiche surreali.

Nessuno, fino a qualche anno fa, avrebbe mai sospettato di trovarsi infatti di fronte al problema della segmentazione della comunicazione. Messaggi istantanei, telefonate, email, SMS, chat, messaggi vocali, conference call e condivisioni di documenti rappresentano un puzzle in cui rischiamo di andare incontro a un classico “crash” da sovraesposizione comunicativa.

Alzi la mano chi non è stato protagonista o ha mai assistito a una conversazione di questo tipo: “Dopo ti giro il documento … no, quello più aggiornato l’ha condiviso Elena ieri in chat … va bene, lo integro con i dati di Roberto … l’email l’ha mandata ieri? … no, perché mi sembrava che l’update di Giorgia nella call di venerdì puntasse su dati diversi … certo, dopo ti mando un Whatsapp con il link al file condiviso in Cloud”.

Cosa c’entra il 5G con tutto questo? Ecco il problema è proprio questo: non c’entra nulla. Nella migliore delle ipotesi, infatti, la nuova architettura garantirà prestazioni migliori rispetto a quelle a cui siamo abituati con i dispositivi mobile e (forse) una maggiore affidabilità in termini di copertura. Per uscire dal paradosso del surrealismo comunicativo, però, serve qualcosa di profondamente diverso.

La parola magica è “Unified Communications” e, per lo meno a livello aziendale, è un obiettivo realizzabile. Ciò che serve sono strumenti progettati su misura che garantiscano una vera trasversalità consentendo, per esempio, di condividere via email un messaggio vocale o richiamare contenuti cloud in modo che siano facilmente accessibili attraverso strumenti di comunicazione diversi. L’unica alternativa è quella di sperare il 5G risolva tutto. Siamo davvero disposti a correre il rischio?

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