Anche l’FBI sostiene gli aggiornamenti

Sotto il profilo della sicurezza, utilizzare una versione non aggiornata di un software o di un sistema operativo è una pessima idea. Ancora di più lo è usare un prodotto per cui è terminato il supporto da parte del produttore. A spiegarlo a chiare lettere è un documento redatto dal Federal Bureau of Investigation indirizzato alle aziende statunitensi, in cui i federali segnalano la loro preoccupazione riguardo il fatto che molte aziende utilizzino ancora Windows 7, il sistema operativo Microsoft per il quale è cessato il supporto lo scorso 14 gennaio.

Le ragioni per cui molte aziende utilizzano ancora il vecchio sistema operativo Microsoft sono varie: da chi ha semplicemente trascurato l’idea di procedere all’aggiornamento, fino a chi utilizza i PC con Windows 7 per il controllo di dispositivi e macchinari (molti in ambito sanitario) non compatibili con i nuovi sistemi. Il problema, però, è che tutte le reti con i vecchi sistemi rimangono esposte ad attacchi che sulle macchine più recenti non sono efficaci.

Il documento dell’FBI, però, mette in luce anche un altro aspetto: il mancato aggiornamento a livello di sistema operativo impedisce, a causa dei problemi di incompatibilità, anche l’installazione degli strumenti e dei software più aggiornati, innescando un effetto a catena che finisce per indebolire tutta l’infrastruttura IT dell’azienda. Il rischio, secondo gli esperti statunitensi, è che le aziende che non investono per l’ammodernamento del loro ecosistema digitale in questo modo diventino un bersaglio privilegiato per i pirati informatici. Con una considerazione che dovrebbe essere decisiva per indurre le imprese a cambiare strategia: un singolo attacco andato a segno può provocare danni molto più rilevanti dei costi che si sarebbero dovuti sopportare per rinnovare il parco macchine e adottare strumenti e software più aggiornati. E se lo dice anche l’FBI.

 

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