Caso GA: cosa dice il Garante della Privacy?

Dopo l’Austria e la Francia, anche il nostro paese ha bloccato l’uso di Google Analytics. La motivazione sta nell’illiceità del trasferimento di dati personali verso gli Stati Uniti effettuato dai gestori di siti Internet tramite l’utilizzo di tale strumento. Infatti, ciò costituisce trasferimento senza garanzie verso un Paese privo di un adeguato livello di protezione dei dati. Gli Stati Uniti, infatti, hanno un diritto interno (Executive Order 12333 e l’art. 702 del Foreign Intelligence Surveillance Act) con importanti deroghe che eccedono quelle ritenute necessarie da una società democratica. A seguito di una complessa attività istruttoria eseguita dal Garante, è emerso che i dati raccolti con GA attraverso i cookie, includono l’indirizzo IP, browser, sistema operativo, risoluzione, lingua e informazioni sull’orario. E anche qualora l’IP venga troncato, Google è comunque in grado, tramite altre informazioni di cui è in possesso, di risalire all’identità dell’utente.

Il Garante ha pertanto ammonito il gigante di Mountain View chiedendogli di conformarsi, entro novanta giorni al Regolamento europeo, pena la sospensione dei flussi dati verso gli Stati Uniti. Inoltre, ha anche richiamato l’attenzione di tutti quei gestori italiani di siti web, pubblici e privati, verso l’illiceità dei trasferimenti effettuati verso gli USA attraverso GA, invitandoli a verificare la conformità alla normativa in materia di protezione dei dati personali.

 

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