Dovremo dire addio alla Net Neutrality?

Il dibattito sulla neutralità della rete, negli anni scorsi, investiva esclusivamente aspetti economici e commerciali. L’idea per cui ogni dato abbia lo stesso “diritto di cittadinanza” e debba quindi essere veicolato dai provider Internet in maniera “neutrale” è stato messo in dubbio solo in sporadiche occasioni, più che altro con l’obiettivo di consentire guadagni extra agli operatori del settore.

La creazione di canali preferenziali che consentono di avere la precedenza nel traffico complessivo, infatti, sarebbe accompagnata da canoni specifici. Nessuna sorpresa, quindi, che i giganti della Silicon Valley siano contrari all’abbandono della Net Neutrality.

Nel prossimo futuro, però la prospettiva potrebbe cambiare. A innescare il bisogno di un cambio di prospettiva sarà il 5G e, in particolare, le sue applicazioni nel mondo IoT. Una delle funzioni del 5G, secondo molti esperti, sarà infatti quella di garantire la comunicazione a dispositivi industriali critici e (soprattutto) ai veicoli a guida autonoma.
In questo scenario, il tema della priorità nella trasmissione dei dati cambia completamente natura: non si tratta più di considerare la “dignità” dei dati trasmessi in un’ottica commerciale, ma nella prospettiva di tutelare la sicurezza (anche fisica) di infrastrutture e persone. È probabile, quindi, che il 5G porti con sé un ripensamento del concetto di Net Neutrality in cui ci si trovi obbligati a decidere quali servizi debbano avere la priorità all’interno di Internet.

Un percorso in cui sarà necessario il contributo di tutti gli stakeholders e che richiederà un grande equilibrio. Per le aziende, però, è il momento di cominciare a ragionare su come adeguare le infrastrutture in prospettiva di questa piccola (o grande) rivoluzione.

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