In arrivo il Regolamento Europeo sull’AI

Il Regolamento europeo sull’Intelligenza Artificiale si è rivelato sin da subito molto più complesso di quanto ci aspettasse. Una tra le principali cause che hanno ritardato i lavori è stata l’introduzione della “general purpose AI”, ovvero l’Intelligenza Artificiale potenzialmente utilizzabile per scopi anche non tutti innocui o leciti. Già nel testo del Novembre 2021 il Consiglio Europeo aveva introdotto l’articolo 52 che tentava di disciplinare proprio questo tipo di utilizzo, e da quel momento quel tema è diventato il più caldo in discussione.

 

Nel frattempo le AI generative come ChatGPT, DALL-E, e Lensa -che rientrerebbero in questa nuova categoria- hanno avuto un grande successo, e la loro diffusione sta evidenziando tutti i problemi legati al loro utilizzo: è sempre più urgente trovare ed applicare delle regole comuni. L’approccio alla categorizzazione prevedrebbe per le AI considerate “ad alto rischio” obblighi specifici, mentre sono stati individuati utilizzi totalmente vietati perché con un rischio inaccettabile. Il vero problema è determinarlo in anticipo visto che, per definizione, le general purpose AI possono essere applicate a scopi diversi. Potrebbe essere dannoso se fossero una componente di sicurezza di un prodotto sottoposto a requisiti di conformità, oppure se usate per generare testi, in questo caso allora sarebbe necessario esplicitarne l’origine “artificiale”. Le deepfake, invece, rientrerebbero automaticamente nella categoria delle AI ad alto rischio e vietate.

 

Difficile ipotizzare quale sarà il testo definitivo, ma al momento uno degli orientamenti è quello di assicurare trasparenza nei confronti degli utenti e dei fruitori dei contenuti delle AI generative, in attesa di una categorizzazione rigorosa che metta d’accordo tutti e che comprenda qualsiasi evenienza.

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