Non solo GDPR. La normativa europea in tema di nuove tecnologie sta per arricchirsi di una nuova regolamentazione che riguarda le implementazioni dell’intelligenza artificiale. Che le applicazioni dell’AI possano avere a che fare con i diritti dei cittadini e che sia opportuno quindi normarne l’utilizzo, è piuttosto evidente. Gli strumenti più “sensibili” in questo senso sono quelli che trattano i dati biometrici, come il riconoscimento facciale.
Il nuovo regolamento a cui sta lavorando la Commissione Europea, però, non si limita solo a rendere a norma gli strumenti più “pervasivi”, che nel progetto di regolamento vengono catalogati in base al livello di rischio. L’armonizzazione legislativa a livello europeo interesserà tutti i livelli di applicazione dell’AI, compresi i software per il reclutamento di lavoratori o i sistemi di valutazione del credito, ma anche strumenti per il business come i sistemi di customer care. Insomma: basta che il sistema possa potenzialmente ledere un diritto individuale per finire sotto l’ombrello del nuovo regolamento.
Il processo di definizione delle regole è in piena elaborazione, ma la Commissione sembra essere intenzionata a implementare un sistema sanzionatorio per le aziende che non rispettano le regole molto simile a quello del GDPR: si parla i fatti di possibili multe fino a 30 milioni di euro o fino al 6% del fatturato dell’azienda.
Da un lato, questa attenzione da parte degli enti regolatori per le nuove tecnologie conferma la centralità dell’innovazione nel panorama economico continentale e mondiale. Dall’altro, significa che lel prossimo futuro la scelta delle tecnologie di intelligenza artificiale non si potrà basare solo sull’efficacia o l’impatto sul business, ma anche sulla compliance con le normative europee e nazionali.
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