L’evoluzione della Unified Communication #2

Il rapporto tra gli strumenti e le esigenze a cui rispondono è qualcosa di complesso e articolato, che si muove tra due poli. Da una parte (e questo è piuttosto ovvio) i fornitori di prodotti e servizi tendono a proporre ciò che le aziende sentono come esigenza. Dall’altra, però, sono spesso i nuovi strumenti a creare opportunità che, nel giro di una manciata di mesi, si trasformano in vere e proprie necessità.

Nel settore della Unified Communication and Collaboration, questa specie di “ping pong” tra bisogni e opportunità sta ridisegnando con una rapidità impressionante il panorama di domanda e offerta. A spingere particolarmente in questo ambito è la ridefinizione degli spazi di lavoro che sta interessando il mondo del business. La nuova frontiera è quella delle huddle room, le “salette” dedicate ai team temporanei per la collaborazione in open space su progetti specifici.

Con lo sviluppo del lavoro in mobilità, infatti, la dotazione di sistemi di videoconferenza in questi spazi è diventata una priorità per molte aziende, che in un contesto estremamente parcellizzato e flessibilizzato non possono di certo fare riferimento alle classiche sale conferenza ogni volta che è necessario collegarsi per una riunione con risorse esterne.

E non stiamo parlando di un fenomeno di nicchia: secondo gli operatori, nel mondo ci sarebbero più di 30 milioni di huddle room e soltanto una infinitesima percentuale di queste sarebbe attrezzata per le videoconferenze. L’attenzione, quindi, si concentra su soluzioni scalabili, che si possano adattare con la massima facilità a un ambiente di lavoro del genere. Una vera prateria, in ottica di mercato, che aspetta solo di essere “colonizzata”.

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