L’evoluzione della Unified Communication #3

Quando si parla di Intelligenza Artificiale, l’idea che possa essere applicata alla UCC non è esattamente la prima che viene in mente. L’impatto dell’AI nel settore della comunicazione e collaborazione, però, promette di essere estremamente incisivo. Il primo e più intuitivo impiego riguarda la possibilità di utilizzare i sistemi di Natural Language Processing (NLP) nel corso delle riunioni, ad esempio per automatizzare la trascrizione di ciò che viene detto.

Il suo utilizzo, però, consentirà anche di migliorare la qualità delle comunicazioni, per esempio isolando in maniera “intelligente” la voce dell’interlocutore in quelle situazioni in cui il rumore di fondo (magari quando il collegamento avviene da luoghi affollati) renderebbe impossibile comunicare in maniera adeguata. Un miglioramento che interesserà anche la qualità video, che può essere affidata a sistemi di intelligenza artificiale per correggere automaticamente eventuali problemi di visibilità degli interlocutori.

Ma è sotto il profilo dell’organizzazione e della collaborazione che l’uso dell’AI promette di cambiare veramente le carte in tavola. I sistemi di intelligenza artificiale possono infatti gestire in maniera efficiente e razionale le risorse (per esempio la pianificazione nell’uso delle sale riunioni) e gestire autonomamente la condivisione di documenti, aggiornare i partecipanti e gestire l’intero flusso di lavoro.

L’unica incognita riguarda le modalità con cui l’intelligenza artificiale sbarcherà nel settore UCC. Lo scenario più desiderabile sarebbe quello di un ecosistema che sia in grado di gestire diversi strumenti (e quindi coinvolgere diversi produttori) per offrire una gestione a 360 gradi. È probabile, però, che le prime applicazioni utilizzeranno soluzioni proprietarie e che il passaggio a una gestione “orizzontale” arrivi solo in un secondo momento. Quali che siano i tempi e le modalità, una cosa è certa: si tratta di un processo inevitabile.

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