Cyber hygiene, perché è urgente?

Sta divenendo un prerequisito fondamentale sia culturale che di postura della sicurezza informatica per qualsiasi organizzazione.

 

Sembrerebbe fin troppo banale l’analogia che lega l’igiene personale e la sicurezza informatica, ma in fin dei conti hanno entrambe l’obiettivo di cercare di mantenere l’integrità di un sistema, fisico o informatico che sia. Il fine di quella che viene chiamata ‘Cyber hygiene’ è quello di proteggere l’azienda da furti o attacchi, e il segreto è quello di applicarla con costanza non solo a livello organizzativo, ma anche - forse soprattutto- di ogni singolo lavoratore: questa similitudine, così vicina alla vita personale, può avvicinare più facilmente le persone alla comprensione dell’argomento.

Fare attenzione a non pubblicare informazioni personali, non seguire link sconosciuti, attivare le patch e fare tutti gli aggiornamenti, potenziare i filtri antispam, evitare Wi-Fi pubblici, creare password complesse e univoche conservandole in modo sicuro, e fare backup costanti. Già solo queste semplici regole permetterebbero un ottimo grado di igiene informatica.

Lato azienda, l’educazione svolge un ruolo cruciale nella mitigazione del rischio informatico, anzi è la base sulla quale costruire le fondamenta per un ambiente più sicuro per tutti ed è un passaggio fondamentale per assicurarsi un futuro digitale protetto e resiliente. La cyber hygiene è un vantaggio per tutti insomma, migliora la sicurezza, permette di ridurre i costi, evitando la necessità di impegnative misure di sicurezza evitando al contempo multe o altre sanzioni per il mancato rispetto delle normative, incrementa la reputazione digitale, oggi sempre più importante, e, ultimo ma non ultimo, aumenta decisamente la produttività, visto che diventa molto meno probabile che i dipendenti subiscano tempi di inattività a causa di malware o altre violazioni della sicurezza.

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