Dati contrastanti sulla digitalizzazione nella PA

Complice la pandemia che ci siamo lasciati alle spalle, la PA sta perfezionando con sempre maggiore incisività l’integrazione fra i canali di contatto online e quelli offline: ad oggi oltre il 98% degli enti pubblici offre la possibilità di prenotare un servizio online e usufruirne offline. Le soluzioni maggiormente implementate sono il pagamento digitale, la gestione virtuale delle code e i sistemi di prenotazione. I problemi si rincontrano principalmente nella difficoltà ad abbattere i silos e nello scontro tra funzioni, anche se il 34% degli enti ha messo in campo meccanismi di coordinamento con responsabili cross-funzionali in modo da promuovere la cooperazione. Altre sfide sono quelle della transizione al cloud e la sicurezza delle informazioni.

Il PNRR ha stanziato ingenti fondi per la digitalizzazione della PA indirizzandoli sul principio Cloud First. Ad oggi però, ad eccezione dei siti web, quasi sempre in Cloud, gli altri canali (App Mobile, Contact Center e sportelli) sono ancora gestiti in Data Center locali. I vantaggi del Cloud per le PA sono innegabili: scalabilità, rapidità nello sperimentare soluzioni innovative e usabilità, quest’ultima in grado di facilitare l’adozione effettiva degli strumenti e la trasformazione dei processi. Ma anche la sicurezza riveste un ruolo cruciale, e in questa molti enti sono in grave ritardo, visto che nel 18% dei casi è sufficiente l’utilizzo di credenziali proprietarie, e nel restante 3% l’accesso può avvenire unicamente attraverso identità digitali nazionali, questo evidenzia un generale ritardo rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente che prevedeva l’integrazione di SPID e CIE per tutti a partire da febbraio 2021.

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