La corsa alla connessione diffusa

Come cambierà l’accesso a Internet nei prossimi anni? A guardare le notizie di cronaca, la Rete del futuro sarà ancora più diffusa e sempre più differenziata. A guidare questa (ennesima) rivoluzione è ovviamente il 5G, che proprio in questi mesi potrebbe compiere un passo decisivo. In primo piano c’è, ovviamente, la questione legata al (probabile) cambio di governo negli Stati Uniti, che potrebbe avere come conseguenza un’inversione di rotta sul bando ai produttori cinesi (Huawei in testa) e una conseguente accelerazione nell’implementazione della rete, che vive uno stallo da quando l’amministrazione USA ha aperto la vertenza nei confronti della Cina. Da varie parti, però, arrivano suggestione e progetti che puntano a superare gli ostacoli alla connessione anche laddove esistono ostacoli strutturali dovuti, per esempio, all’assenza di infrastrutture. È il caso della startup Stratospheric Platforms, che ha messo a punto degli pseudo-satelliti (in realtà dei velivoli alimentati a idrogeno) che potranno portare la connessione tramite 5G in aree fino a un diametro di 140 km quadrati, dove non sono disponibili cavi e doppini. Ancora più ambizioso il progetto Starlink di Elon Musk, che punta a una rete composta da 42.000 satelliti (ne sono già stati lanciati 895) e che ha già avviato la sua attività sul territorio del Canada e della parte settentrionale degli Stati Uniti. Insomma: nel futuro prossimo sarà possibile connettersi pressoché in qualsiasi situazione.  Per le aziende, però, questo scenario apre il tema delle tecnologie e delle infrastrutture di cui sarà necessario dotarsi per sfruttare la nuova pervasività della rete. La trasformazione, infatti, sembra essere tutt’altro che lineare e imporrà scelte “importanti” a seconda delle specifiche esigenze.

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