La realtà aumentata per l’industria 4.0

I processi di evoluzione delle tecnologie non sono lineari. Spesso, infatti, le innovazioni vivono un periodo di “stallo” prima di trovare il contesto ideale in cui collocarsi. Il caso della realtà aumentata, le cui concrete applicazioni fino a qualche mese fa erano limitate al semplice folklore (o tutt’al più a fenomeni legati al mondo dei videogiochi) ne è un esempio cristallino.

A innescare un reale interesse per le opportunità offerte dalla realtà aumentata sono oggi due fattori distinti, la cui convergenza ha convinto molti esperti del settore tecnologico a puntare su questo campo di innovazione.

Il primo è la diffusione di sistemi di comunicazione e collaborazione online, che nel periodo segnato dalla crisi sanitaria legata al Covid-19 ha subito una brusca accelerazione. L’introduzione di elementi ispirati alla realtà aumentata in questo ambito ha già consentito di introdurre strumenti innovativi basati sull’intelligenza artificiale, che mettono a disposizione delle aziende soluzioni di nuova generazione per migliorare la produttività grazie a una nuova dimensione della collaborazione.

Il secondo fattore riguarda il processo di digitalizzazione dei settori industriali, che stanno portando a un vero balzo tecnologico nelle linee di produzione. Una fase di passaggio che, accanto ai vantaggi legati a una migliore gestione dei processi produttivi, pone nuove criticità. Una di queste è la necessità, in un prossimo futuro, di fare fronte a una elevata richiesta di figure professionali specializzate che siano in grado di gestire gli impianti di nuova generazione, sia a livello di manutenzione, sia a livello di configurazione.

Una delle soluzioni per fare fronte agli eventuali (o meglio prevedibili) problemi nel reperimento di operatori in grado di intervenire sui complessi sistemi dell’industria 4.0 potrebbe essere proprio la realtà aumentata applicata alla comunicazione e collaborazione.

Gli scenari in cui questa nuova dimensione può dare notevoli vantaggi sono numerosi: dalla formazione dei lavoratori alla possibilità di accedere a informazioni in tempo reale o “affiancare” un esperto con maggiori competenze a chi opera sul campo.

Insomma: nei prossimi anni la comunicazione “intelligente” potrà diventare una delle colonne portanti della nuova dimensione industriale. Gli strumenti, in fondo, ci sono già.

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