Smart-working: ma siamo sicuri?

Lo Smart Working è il risultato di un sapiente uso dell’innovazione digitale a supporto di approcci strategici che puntano sull’integrazione e sulla collaborazione tra le persone e tra le organizzazioni in generale. In questo scenario la tecnologia gioca un ruolo chiave. Quando si parla di Digital Transformation nei luoghi di lavoro, infatti, si pensa anche all’uso di strumenti avanzati per connettere persone, spazi e oggetti ai processi di business, con l’obiettivo di aumentare la produttività, innovare e coinvolgere persone e gruppi di lavoro.

Per far funzionare al meglio tale dimensione, però, devono essere messe in atto anche corrette procedure di cyber security, al fine di garantire la sicurezza  dei dati e dei dispositivi utilizzati per lavorare. Se il PC desktop in ufficio garantisce un livello di protezione adeguato, sia per quanto riguarda possibili attacchi malware (grazie ai software di protezione) sia per quelli a livelli di rete (con firewall e sistemi di monitoraggio del traffico), le cose cambiano radicalmente quando il lavoratore si collega dalla sua abitazione, perché non è possibile avere alcuna certezza sul livello di sicurezza delle infrastrutture (anche domestiche) utilizzate.

L’aspetto più rilevante è quello che riguarda policy e autorizzazioni. Per questo diventa fondamentale mettere a punto un sistema che consenta di proteggere i dispositivi in remoto. Non solo: l’introduzione del lavoro in mobilità è uno dei fattori che contribuisce ad allargare quel concetto di “perimetro” che con lo smart working diventa estremamente sfumato.  Per garantire la protezione dei dati aziendali, quindi, è necessario gestire puntualmente l’accesso alle informazioni, introducendo regole e procedure che consentano di definire con chiarezza chi vi può accedere, con quali modalità ed entro quali limiti.
Qualcosa che in uno scenario “classico”, cioè in un’azienda in cui i dipendenti accedono ai dati attraverso computer e dispositivi collegati all’interno della rete locale, viene demandato alla logica per cui tutto ciò che è “dentro” è automaticamente affidabile e tutto ciò che è “fuori” è automaticamente sospetto. Ecco: nella logica dello smart-working questa prospettiva non è più attuale. Per adeguarsi al nuovo scenario servono strumenti che permettano di avere tutto questo nel modo più facile possibile.
 
Una soluzione come SonicWall Secure Mobile Access, che mette a disposizione un sistema di accesso protetto da VPN SSL ad applicazioni, dati e risorse. Tutto attraverso policy che permettono di garantire la sicurezza attraverso privilegi basati sui ruoli ai dipendenti che utilizzano smartphone, tablet e laptop (sia gestiti che non) ovunque essi si trovino.
 

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